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venerdì 13 settembre 2024

Sintesi caso Bruno Contrada

Il 10 maggio 2007, Bruno Contrada, ex Capo di Polizia e Dirigente dei Servizi Segreti, viene condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa. L’11 ottobre 2012, dopo aver trascorso 4 anni in carcere e 4 agli arresti domiciliari, viene scarcerato. Il 13 aprile 2015, tuttavia, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo puniva lo Stato italiano perché Contrada non doveva essere né processato, nè condannato, dal momento che all’epoca dei fatti (dal 1979 al 1988) il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (nato dal combinato disposto dell’art. 110 e 416 bis c.p.) non era sufficientemente chiaro, né prevedibile, in quanto la sentenza chiarificatrice sarebbe arrivata solo nel 1994. Nel 2016, l’Avv. Stefano Giordano, difensore di Bruno Contrada, dopo i rigetti alle richieste di revisione, depositava richiesta di revoca della condanna, perché venisse recepito il dettato della Corte europea. Dopo un primo rigettato della Corte d’Appello di Palermo, la Cassazione annullava la condanna di Contrada perché “ineseguibile e improduttiva di effetti penali”. Con ordinanza depositata il 6 aprile 2020, la Corte d’Appello di Palermo liquida a favore di Bruno Contrada la somma di 667 mila euro per Ingiusta Detenzione.

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