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martedì 10 settembre 2024

l'esplosivo incombusto ritrovato sui rottami del dc9 dovuto a fenomeno di inquinamento

Nella risposta ai quesiti resa dai periti giudiziari Casarosa ed Held, estensori della nota aggiuntiva, (di seguito PF) si descrive il percorso logico e la metodologia di indagine assunti dal Collegio Peritale Giudiziario (di seguito CP) nel corso dell'indagine. Da quanto letto, pur senza voler sindacare sulla legittimità della scelta di percorsi logici, metodologie e conclusioni, si intende fare alcune osservazioni: - Sembra che il CP abbia concluso che tutti gli indizi, le evidenze, le risultanze delle indagini e quant'altro fosse frutto del lavoro delle precedenti commissioni di indagine, non fosse utilizzabile per il loro lavoro poichè esistevano forti elementi di dubbio su tutto. - L'unica evidenza reale, (a detta del CP), la presenza di esplosivi risultante da diverse analisi eseguite sui reperti (da diversi enti e in tempi diversi) veniva fatta risalire a probabili fenomeni di inquinamento. (Quindi dichiarando implicitamente che i laboratori della DLAM (Direzione Laboratori Aereonautica Militare) e del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) avessero preso le classiche lucciole per lanterne). Questi fenomeni da inquinamento venivano dedotti da : 1) l'esiguità del ritrovamento (la bassa quantità in peso dell'esplosivo incombusto ritrovato) 2) La posizione nel velivolo dei reperti che portavano tracce di esplosivo (tutti appartenenti a zone dell'aereo che non mostravano tracce di macroscopici danni derivati da un evento esplosivo.)

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